venerdì, dicembre 22, 2006
Una foto da memoria...
Un’albero centenario.
A foglie caduche, spoglio.
Solo i rami brunastri lo mostravano alla vista.
E quei rami, nodosi, ramificati fratelli, si stagliavano come dita, come polpastrelli, proiettati verso il cielo invernale, di quel turchese limpido, pallido e freddo.
Come mani di vecchio a chiedere un briciolo di calore a quell’estensione infinita di blu.
Con una forza granitica che si coglieva nell’aria
e una conoscenza perenne di secoli trascorsi.
Quell’albero, sul ciglio dell’argine brullo, parlava di vita, di tempo, di memoria.
E, attorno al suo poderoso tronco di albero centenario, era avvolto come un vestito, un arbusto rampicante.
Più grande del normale si estendeva per quasi tutto il corpo del vecchio saggio.
Ancora verde, di verde cupo, era traccia di finta giovinezza confrontato con quell’albero, scelto come compagno, come casa.
Pareva un bimbo, allacciato ad un nonno, nella fissa carezza invernale di un abbraccio.
Questa scena mi si è aperta in testa come un ventaglio, come una foto, come un sentimento.
Quell’albero e quell’arbusto parlavano ad alta voce.
La mia mente ha vibrato, nella ricezione del messaggio lanciato.
Questa scena pulsava di vita. Di coraggio, Di forza.
Era la storia, nelle mani del pensiero.
Era una foto di una eternità dimenticata.
giovedì, dicembre 21, 2006
Natale nella memoria e nei simboli
Chiudo gli occhi e vi regalo i simboli del Natale nel mio cuore:
Una berretta rossa con un grande pon-pon sulla cima...
Un albero di Natale, appoggiato a terra, tra i regali, in un'angolo della sala, grande, decorato di palle, rosse, azzurre e oro, con luci bianche e calde e ghirlande dorate...
Un nuovo papà travestito da Babbo Natale...
Un bambino, in piena notte, che si alza pensando sia già mattina, nel giorno di Natale...
Un pettirosso, minuto e rosso, che saltella sulla neve alla ricerca di cibo...
Briciole di pane sulla terrazza per non farlo affamare...
Le luminarie del centro e le vetrine addobbate a festa...
Un pupazzo di neve con il naso a carota, gli occhi neri di sassi e un bacchetto ricurvo per il sorriso...
Palle di neve e risate di bambini nascosti dietro i cumuli...
Una candela accesa dentro un centrotavola di bacche e agrifoglio decorato, la musica calda di Natale e la tavola imbandita a festa...
I cappelletti in brodo bollenti appena portati a tavola e il loro profumo di casa...
Un cane giallo che scodinzola e gironzola curioso tra i regali...
Uno slittino, una slitta, una discesa di neve...
Lo scorrere tintinnante di un ruscello di montagna...
L’odore ambrato delle lacrime di pino e il pungere degli aghi degli abeti...
Il muschio raccolto in giardino per il fondo del presepe...
Le sculture di ghiaccio a forma di cascata...
La gente che esce di casa per la Messa di mezzanotte...
Il pizzicore della lana dei maglioni...
Un sentiero in un bosco, innevato...
Il sapore della neve che si scioglie sulla lingua...
Le stampe di Natale appiccicate alle finestre...
La voglia di essere felici e di sentirsi bene a Natale...
Gli auguri fatti di cuore guardandosi negli occhi , col sorriso...
I brillantini sparsi qua e là nella preparazione dei biglietti di Natale...
mercoledì, dicembre 20, 2006
Le parole nella neve.
Sono arabeschi profumati d'Arabia, volti in bianco e nero,
sono emozioni, filigrane di oro e tracce di velluti,
sono orme di uccelletti sulla neve e graffi di gatto.
Le parole hanno il peso del piombo e la fragilità delle nuvole....
Sono interpretate, interpretabili. Sono acqua.
Le parole hanno occhi, sangue, pelle e respiro. Sono materia.
Le parole cambiano.
Le parole si mantengono.
Le cose dette non si possono cancellare dalla memoria.
Le frasi non dette rimangono stampate nell'animo.
Le parole sono nastri argentate di Natale,
sono corde di tela del saio di un monaco,
le parole hanno una loro materialità essenziale di Fenice.
Le parole sono solo parole.
Le parole siamo NOI.
martedì, dicembre 19, 2006
Regali giusti o sbagliati!
Leggetevelo e poi facciamo, se vi va, il punto della situazione e un sondaggio.
1 - Uomini, cosa regalate alle vostre donne e ai vostri cari per questo Natale (Orso, non provare a partecipare, io voglio la SORPRESA! ;)) ?
2 - Come scegliete i regali?
e soprattutto, come saggiamente dice l'articolo....
3 - Nella coppia, nella vita, parlate di voi e ascoltate il mondo e i singoli vostri ascoltatori?
Mi piacerebbe sapere l'opinione di tutti, sui regali per il/la compagna, ai parenti, agli amici e anche il parere di chi vorrebbe davvero evitare il Natale ;) ma proprio non sopporta di lasciare un bambino o una persona a cui vuol bene senza un pacchetto sotto l'abete di Natale!
Abbraccioni luccicosi!
lunedì, dicembre 18, 2006
E' già quasi NATALE...
Non che non abbia idee, probabilmente manca il tempo.
E in più Natale alle porte impegna la mia fantasia in vena di regali personalizzati.
Inoltre i pensieri si accavallano, si scontrano, si raggruppano. Sarà che è la fine dell’anno e si sa, ogni anno, il 31 dicembre si fanno le somme, le sottrazioni, i per e i diviso.
Il Natale è strano. Davvero, STRANO. Fa provare sensazioni contrastanti...
Dovrebbe essere una festa d’amore ma stressa. E’ piena di colori, luci, suoni, canzoni, ma è una delle feste più consumistiche che ci siano nell’anno.
Tanti lo amano, alcuni non lo sopportano, in tutti però lascia traccie quasi invisibili di palle di natale e luminarie appese nelle piazze.
Io amo il Natale. Anche se mi affatica.
Adoro fare i regali quasi più di riceverli. Amo scegliere per le persone care colorati e intimi pacchetti, che raccolgano all’interno impronte di me e il gusto di chi lo riceve. Non mi perderei per nulla al mondo l’apertura del pacchetto...Per cogliere le pagliuzze del sorriso negli occhi delle persone che amo.
E ogni anno accolgo il 25 dicembre canticchiando tra me allegre canzoni natalizie dai primi giorni del mese.... Non come festa comandata ma perchè è un momento per festeggiare la vita e l'amore che mi sento attorno.
Quest’anno però il Natale è arrivato presto.
Ci sono tante cose ancora in sospeso che si trasferiranno anche nel 2007. Non ho ancora chiuso la cassa dell’anno che si sta concludendo.
Ci sono cose che vedono il cielo e altre che sono nascoste sotto uno strato di terra in attesa di essere scoperte. Il 2006 è stato un anno talmente pieno...
Diciamo che il mio animo ha tante cose dentro e il Natale arriva quasi di soppiatto.
Mancano solo 7 giorni...I regali sono a posto, pensati, scelti e ricercati con cura. Alcuni sono già impacchettati con carta colorata, altri attendono il loro turno...
I giorni di festa sono fissati e le vacanze pure.
Nella sala impera l’albero di Natale, piccolo, ma pieno di colori e dalla mia scrivania tiene d’occhio il mondo un pupazzo di Natale parlante.
La porta è addobbata per ricevere gli amici.
Rimane solo da illuminare il mio sorriso e i miei occhi dei brillantini del Natale...
Accogliendo nel cuore il calore dell’Avvento, come perenne e gioioso incontro con le persone che amo.
E’ tempo che sgombri dagli ostacoli le autostrade di ingresso ai sentimenti per liberarle del tutto per la ricorrenza. Che spolveri gli specchi del sorriso. Che tiri a lucido i miei occhi per gioire della festa. Ho già tirato fuori le scatole di lucine colorate dal ripostiglio dei pensieri e ho appoggiato sul tavolo della mia memoria le canzoni natalizie in attesa di farle uscire come ritornello dalle labbra socchiuse.
Oggi è tempo che addobbi anche il mio Animo.
Perchè ho guardato il calendario e mi sono accorta, oggi, adesso, che anche quest’anno E’ GIA’ QUASI NATALE....!
giovedì, dicembre 14, 2006
Foto della neve
volevate le foto....e non sia mai che non ve le mostri... :)
Eccovi le immagini nevose del mio bel Ponte dell'Immacolata ... guardatele QUI!
Inserisco qui solo una delle foto "panoramiche" che ho scattato, quella che maggiormente mi allarga l'anima e mi da la soddisfazione di essere stata io a coglierla. Questa foto mi fa RESPIRARE...Eccola...
Amo le foto, vederle, scattarle...per cogliere momenti...istanti che riempiono la memoria, ingigantiscono i particolari nascosti e illuminano chi le guarda della bellezza che esiste attorno e dentro noi.
Buon respiro....
mercoledì, dicembre 13, 2006
Precari Senza Futuro
PRECARIETA’: provvisorietà, contrassegnata dall’attesa di un peggioramento.
PRECARIATO: temporaneità del rapporto di lavoro.
Accolgo prepotentemente la proposta di una blogger, arrivata qualche tempo fa alla stampa nazionale con il suo primo, graffiante post e che, con quest’altro post, chiede per il 13 dicembre 2006 la mobilitazione di tutta la rete per una grande sit in della blogosfera, per il primo sciopero della storia contro il PRECARIATO.
Vedete sopra riportate le definizioni che specificano il significato letterale di PRECARIO, PRECARIETA’, PRECARIATO.
I PRECARI come la trentenne di cui sopra, come me, e come tanti altri sanno che al di là del termine letterale il PRECARIATO significa altro.
Sul vocabolario della lingua italiana dovrebbero scrivere che il PRECARIATO è una spada di Damocle che pende sopra la testa di giovani e meno giovani, che è un tumore maligno della società contemporanea che non permette di maturare una vita e una famiglia, poichè ferma le speranze nel limbo del “forse, prima o poi, non sarò più un precario”.
LA PRECARIETA’ di questo tipo di lavoro non permette di chiedere un mutuo, di avere una carta di credito, di comprare una macchina senza la firma di altri NON PRECARI, non permette l’indipendenza sociale, perchè il PRECARIATO non è riconosciuto come attività lavorativa valida.
Essere PRECARI spegne la fiducia dentro le persone verso il proprio futuro, non da solidità, nessuna tranquillità, non arricchisce, salvo forse di umiliazioni celate negli sguardi della gente.
Non credo che il LAVORO ATIPICO sia nato con lo scopo di ridurre i giovani ad individui pronti a vendersi per uno stipendio base, ma piuttosto per favorire le attività che richiedono per BREVI periodi l’introduzione di personale esterno, per seguire un PROGETTO, garantendo l’autonomia di entrambi, del fornitore e del collaboratore. Credo che sia davvero nato per aiutare il LAVORO.
Penso piuttosto che, come sempre accade in Italia, si sia sfruttatada molti una legge per raggirare il mercato ed avere manodopera a basso costo, senza troppo impegno, e con pretese e obblighi indistinguibili da quelli della fascia di mercato più costosa per un Datore di Lavoro, quale può essere quella a tempo inteterminato.
E così in ITALIA, la nostra bella Italia, siamo più di un milione ad elemosinare un lavoro SICURO.
Siamo in tanti, TANTISSIMI, a passare 8 ore e più, al giorno, lavorando, ma sentendoci dire che il nostro lavoro è a progetto, e siamo LIBERI di organizzarci il tempo. Liberi...? Anche se il PROGETTO è affiancare un lavoratore a tempo indeterminato che fa il nostro stesso lavoro o anche meno, perchè il suo contratto lo protegge. Liberi...DOVE?!
Chi protegge noi, PRECARI, in una società che non ci riconosce?
Chi ci TUTELA?
Non voglio essere TEMPORANEA, non voglio essere PROVVISORIA, non voglio rimanere in attesa di un PEGGIORAMENTO.
Voglio semplicemente un LAVORO, che sia identificato come tale dalla SOCIETA’.
Voglio vedere e credere nel mio FUTURO.
martedì, dicembre 12, 2006
Le campane
Il suono del campanile ha da sempre significati importanti, è un rintoccare lontano nella memoria del tempo.
Nel mio paese, piccolo e in collina, le campane risuonano e cantano, perchè la tecnologia lo permette, musiche diverse per ogni occasione.
Stamani mi sono alzata e le campane cantavano...
Capita a volte di udire tristi rintocchi che piangono la morte, salutano, è l’addio, nel giorno del trapasso.
Altre volte c’è solo il loro rintocco elementare, festoso per gli eventi di piazza.
E infine ancora accolgono la vita...
Questa mattina, nell’aria pungente, si spargeva cristallina l’Ave Maria di Schubert...
Come un melodioso sussurro di fata, soavemente la musica è entrata di casa in casa, per tutto il paese...
Accolta con tenerezza e la gioia del cuore, come non sorridere di speranza e di calore raccolto.
"E’ nato un bimbo" dicono le note "è nato! La vita rinasce ogni attimo!" "Non è bella, magica, meravigliosa, questa vita che vive?" sento cantare le campane dall’alto del loro campanile azzurro...
Mi piace ogni volta immaginare il nuovo nato, nel sonno cullato dalla musica lieve, accolto con un sorriso incorporeo da tutto il paese, dalla piazza, dalla rocca, dal fiume, dalle case e dalla gente...
Quando odo dalla finestra la melodia di Schubert sento la vita che scorre, che si muove, che pulsa...E sorrido.
E quando avrò un bambino sogno che venga accolto in questo modo...sulle note dell’Ave Maria cantate nell’aria della valle dalle campane....
lunedì, dicembre 11, 2006
La neve
Rieccomi.
Direi che è stato davvero un bel week end, questo del ponte dell’Immacolata.
Certo, ad Orso è scoppiato il raffreddore e il suo tenero russare mi ha tenuta sveglia praticamente per tutta la prima notte di montagna e il ritorno ieri è durato un pò di più del previsto cause code per strada, ma è stato un magico, seppur breve, periodo da ricordare.
Ho rivissuto la neve.
Ma quella vera, bella, leggera, abbondante e candida fino a fare male.
Sono anni che non vedo la montagna che ricordo. E le volte in cui sono salita sui monti in inverno non ho più risentito quella sensazione che vivevo da ragazzina con la famiglia nella settimana all’anno in cui respiravo la neve...
Siamo arrivati venerdì dopo pranzo, abbiamo scaricato le valigie in un accogliente alberghetto di un paesino della Valle del Vanoi e ci siamo guardati attorno.
Pioggia, nuvole basse e niente neve, nemmeno sulle vette. Con un pò di tristezza abbiamo progettato la giornata successiva senza sperare nelle previsioni meteo che lampeggiavano a pieni polmoni la neve in alta quota.
La mattina di sabato ci siamo svegliati e fuori, ancora, pioveva. - Pazienza, riposiamo, godiamo della rispettiva compagnia e del riposo di questi giorni - ci siamo detti.
Ma l’attesa, la speranza è stata premiata.
Il manto bianco in altezza si è sostituito alla pioggia e la notte di sabato abbiamo scoperto che anche dalle nostre finestre osservavamo la neve...
Come bambini....In fretta e furia ci siamo tolti il pigiama e abbiamo indossato le prime cose che ci sono capitate in mano, un maglione, una sciarpa, una calda berretta colorata e siamo corsi fuori, nella notte, sotto la neve.
Abbiamo camminato tra la neve che scendeva fitta, mano nella mano, nel freddo non provato, respirando la mobilità fissa della neve.
Ci siamo fermati in un parco giochi quasi nascosto dagli alberi, ma illuminato, e abbiamo giocato con la neve...un’impronta, un pupazzo, una palla di neve lanciata.
La mattina quando ci siamo svegliati tutto era bianco.
Quando nevica in montagna è tutto diverso da quando nevica in pianura.
Tutto lassù si ferma, si stabilizza e la neve non si colora di sporco. Rimane soffice e leggera come appena caduta. Le macchine non spengono il bianco, le persone non la modificano. Ricorda il Natale, la pace, lo zucchero a velo...
A conclusione del tutto ieri siamo andati a sciare.
Fortuna che Orso ama sciare...
Non credevo di poter tornare più tra le piste da sci, come sempre credevo che la mia pista sarebbe stata lontana dalla neve.
E invece rieccomi lì, a scivolare, con l’incertezza legata alla lontananza, sulle lastre di neve pressate dalle lamine di passaggio...
Sciare. Che ricordi di bambina che riluccicano nella mia memoria. Il freddo pungente sul viso, il calore della tuta intera ed elegante, il leggero fastidio degli scarponi e la sensazione di prolungamento degli sci negli attacchi...
Ricordo che un maestro di sci, giovane allora, Paolo mi sembra, ma che si faceva chiamare Paul, amava i suoi monti e tutti gli anni mi mostrava la sua montagna.... Ricordo fuoripista nella Valle dei Sassi, di biancheggiare macchiato solo da grandi Sassi da circumnavigare, ricordo i vecchi skilift, che forse ancora non si chiamavano così, fatti di corda da affettare a lato per farsi trasportare con il solo appiglio della forza della mani, le canzoni tirolesi sulla seggiovia con la bella voce di quel maestro ragazzo, gli scorci che mi mostrava.
E’ anche grazie ai miei genitori che ieri, Orso accanto e sci ai piedi, mi sono ritrovata bambina, a rivivere la neve.
giovedì, dicembre 07, 2006
Una goccia di pioggia sul vetro
Una goccia di una pioggia appena accennata ma stancante si incolla sul vetro.
Fuori è grigio e la particella liquida e trasparente riflette le immagini degli alberi con un bagliore di cristallo.
E’ greve, appesantita dalla gravità e lentamente si allunga fino a quando cede, disfatta alla pressione, lasciando dietro sè una coda luminescente e bagnata, come una cometa. Come di pianto.
Percorre il vetro, grigia cupa nei confini e sempre più traslucida al centro, per effetto della luce.
Allunga la corsa, frantumata in altre gocce figlie di una lacrima caduta, degli stessi colori e pronte anch’esse ad una vita in discesa, sempre più fragile, eterea della sua interezza mancata, fino a raggiungere la base del vetro, aggrappandosi di riflesso al metallo, riposando un attimo per un sospiro.
E’ uno specchio del silenzio, questo, dove i suoni sono assenti, c’è traccia di un movimento antico, il bagliore dell’opalescente riflesso, la tristezza nascosta dell’immagine, il collegamento mentale alle lacrime.
E’ una foto di un momento. Senza parole. Ma con l’intenso significato che il silenzio, nel silenzio, fa tuonare e acutamente penetrare. Il tutto nella silenziosità di un’immagine visiva, bella seppur triste.
Il centesimo passo della nostra strada...
Questo post è centenario, oddio...no, povero, in realtà non ha neanche 5 mesi... ma quello che state leggendo è il
100° post di Mi Casa es Tu Casa!
Tanto e poco nel contempo...come sempre dipende dai punti di vista...!:)
Poco è cambiato, la mia vita quotidiana è sempre la stessa, mi alzo, vado al lavoro, sbraito, domando, rompo come sempre, la sera torno a casa e abbraccio Orso, la mia famiglia, i miei amici sono sempre qui, gli stessi di prima...
Ma è anche tanto, tangibilmente diverso...
Indubbiamente è impegnativo, faticoso, estrapolare dai miei pensieri quasi giornalmente le singole idee di cui scrivere. Anche in termini di tempo, chiedete per esempio a Orso quanto non sopporta le serate che per il blog mi specchio ore nel monitor di casa, con lui accanto che paziente come sempre aspetta me...
Ma nel contempo per la prima volta so che quello che scrivo non sono solo noiose divagazioni personali, ma hanno un significato, emettono qualcosa di colorato che accoglie chi legge il lungo percorso delle mie parole. Sono incredibilmente felice di riuscire a far sentire...le cose che provo, quasi fossero carezze, pioggia o calore.
Testi, impressioni, emozioni non rimangono più solo mie, nel mio pensiero, ma sono di tanti, di tutti quelli che hanno letto, vissuto, ascoltato...
E conosco un pò più persone, le vivo, anche perchè quasi inconsciamente loro vivono me.
Nel tempo dei mesi la mia scatoletta delle soddisfazioni si è riempita di colori e di forme, di riconoscimenti limpidi per il fatto che, unicamente normale, semplicemente complessa, riesco a lascirvi qualcosa di bello.
Con alcuni di voi si è creato uno stretto rapporto, che sento dentro e mi infonde tenerezza e affetto, quasi ogni commento fosse la lettera del caro lontano come tanti anni fa.
Sono più esposta, ma non ho paura di raccontare di me, esattamente come quando ho iniziato.
Sono una assoluta dirompente chiacchierona e sempre lo rimarrò. E non temo di narrarvi chi sono, perchè i miei giudizi me li elaboro faticosamente già da me...
Sono più occupata e più ricca, non di denaro, no, quello è lo stesso, sempre poco ;), ma di amore, di amicizia, di creatività, di emotività, di storie, raccolte quasi fossi una cartina tornasole, dalle vostre esperienze, dalle risposte, e dai sorrisi che sempre mi lasciate.
Lo sento, il vostro calore, sapete? Sento che apprezzate la persona che leggete tra le righe, che non sempre la capite, ma che sempre la sentite, che cliccanto sul link vivete l’ingresso di una calda casa arancione.
E io vi lascio le mie tracce ogni giorno, come orme sulla neve, vi scruto e sazio in parte la mia sete di conoscenze umane che mi ha spinto prepotente ad essere qui a parlarvi di me.
Vi amo, vi adoro, vi ringrazio.
Questo centesimo post è un ringraziamento per tutti voi che commentate ogni post, e per voi, che non ne commentate nessuno, ma che cliccate quando potete e quando volete su http://giorniacolori.blogspot.com , con il sorriso sulle labbra circondati da un alone di luce aranciata e da una sensazione di calore, curiosi di sapere cosa ho estratto oggi dal cappello da mago della mia immaginazione.
Grazie e Buon Respiro....
mercoledì, dicembre 06, 2006
Sotto la lente di un obiettivo...
Nel microcosmo piccoli esseri, organismi che pullulano, nascono, crescono, vivono e poi muoiono....affaticati da natura in salita che impone un mondo troppo ingrandito....
Nel macrocosmo esseri umani, animali, organismi con pseudo-proporzionate dimensioni che pullulano, nascono, crescono, vivono e poi muoiono....arrancanti in un natura complessa che impone un mondo ancora non a misura....
Una goccia è un lago, un fiume, un mare, e un mare è grande e insormontabile, in entrambi i mondi...
Un fiocco di neve è freddo, e freddo è in entrambe le realtà...
Il fuoco arde da entrambi i punti di vista...e brucia, fiammella o rogo che egli sia...
Una impronta sul terreno è una montagna se si è piccoli piccoli...Una montagna ha la forma di un’impronta sulla sabbia, ma è un confine rigido e netto anche per esseri meno piccoli dei piccoli...
Microesseri organici hanno forme di alberi, di alghe e natura, tal quali a “veri” alberi, alghe, nature...
La vita di un piccolo, microscopico essere è lunga un’ora....nella sua unità di misura per un attimo si intende un’ora, un minuto un anno, una vita un’ora...
La nostra vita dura un secondo, un attimo, 100 anni, un’ora...
domenica, dicembre 03, 2006
Cambiamenti...
Sono in partenza per una nuova trasferta, tornerò martedì sera tardi e non potrò scrivere fino ad allora....
E quindi ho pensato di accontentare la vostra curiosità sul discorso capelli e caratteri riccioluti trattato qualche giorno fa.
C'è una carrellata di me (e Orso) in vari periodi a partire da agosto 2005 fino ad arrivare a novembre 2006...
Esattamente...così per rendervi partecipi ;):
1 - a Creta con Silvia nell'agosto 2005...
2 - a Bolzano con Orso circa in questo periodo dell'anno, lo scorso inverno...
3 - al compleanno di Silvia , nel luglio di quest'anno...
4 - a Ridracoli...nell'agosto 2006
5 - qualchè giorno fa dopo la piastra della parrucchiera... :)
Come potete notare come me i miei capelli si evolgono e oltretutto crescono ad una velocità spaventosa! :)
Fortuna che adesso sono tornati tutti ricci capricci volume e allegria! ;) ...questo liscio proprio non mi confà! :D
Bene, vi lascio a tutte le vostre valutazioni, con un augurio di un magnifico inizio settimana!
Come promesso al dottor K...vi auguro un BUON RESPIRO...
sabato, dicembre 02, 2006
Quote di spirito
Il pensiero del buon week end di questa settimana è...Pensiamo ad allargare il nostro spirito, ad essere lungimiranti e saggi, piuttosto che a lasciare posto nell'animo alla nera serpe dell'odio e dell'invidia, poichè in tutti i casi la nostra scelta è un dono che facciamo a noi stessi."Quanto più lo spirito si allarga e tanto meno posto vi possono trovare
l'odio e l'invidia"
venerdì, dicembre 01, 2006
Cyrano forever
E’ già capitato tra i blog di parlare di lui e di specificare più volte quanto apprezzi questo cantante un pò bolognese e molto modenese col suo irriverente, delicato e molto personale modo interpretare la vita e la musica.
Questo è stata la seconda volta che l’ho seguito ad un concerto.
La volta precedente avevo un’altra vita, meno anni e molta meno serenità. Oggi sono un pò più adulta, più serena e consapevole di chi sono. Oggi so dove finisco io e comincia il resto del mondo. E tocco con mano il punto di incontro della vita.
Ma Guccini mi fa sempre lo stesso effetto. Mi trasporta con la sua voce pastosa, quasi fosse un impasto di una torta che si sta amalgamando, uova, latte, zucchero e farina, con quel effetto liquoroso dell’erre appena accennata, mi accende un groppo in gola e una luce nel cuore.
Le sue canzoni parlano di altri tempi, dove un vecchio e un bambino potevano scrutare l’orizzonte senza paura di venire derubati dei loro sogni, parla di ideali, di patriottismo, di valori che nei giovani di oggi si stanno perdendo come sabbia da un sacchetto di tela bucato.
Tratta l’amore per quello che è, sfida e disfatta, dolore e ricordi, passione e sospiro.
Quando Guccini canta, allunga alla realtà un soffio di eterno, facendo sentire tutti, giovani e vecchi, non importa il proprio credo politico o relazionale, uguali di fronte alla spinta umana alla ricerca di se e delle passioni per guadare la vita come un fiume.
Guccini mi fa piangere, mi fa cantare, mi fa ridere e mi fa sperare. Mi accende davvero una luce, dentro. Mi fa credere negli uomini, nella gente.
Sento cantare di cose che so provavano i miei genitori, i miei nonni e, le stesse emozioni le provo anche io.
Poi mi guardo in giro e vedo ragazzini, strani, sboccati, esuberanti, diversi da me, che ragazzina più non sono.
E li vedo attenti, con gli occhi aperti, vivi, ad ascoltare le stesse canzoni, a vivere le mie stesse sensazioni.
E mi dico...allora, forse, davvero, il mondo cambia, ma gli ideali e le speranza degli uomini rimangono, perenni, sempre uguali nei nostri cuori. Forse c’è ancora la possibilità di credere nel nostro futuro...
E’ il potere della musica, la forza delle parole nella pienezza dell’animo umano.
Magico. Come ogni volta.
Bello. Come sempre.
Il groppo in gola è arrivato, anche stavolta.
Ritrovandoci tutti insieme a volgere lo sguardo verso il palco, con gli occhi scintillanti, le canzoni sulle labbra e la speranza dentro il cuore.
giovedì, novembre 30, 2006
Una vita da riccia
Mi sono rifatta un pò il look con un riflesso di bel color melanzana, una spuntatina alle lunghezze e, su specifico desiderio della parrucchiera, mi hanno fatta liscia per qualche giorno.
Di solito io non chiedo mai di lisciarmi i capelli, un pò perchè ne ho talmente tanti che normalmente le parrucchiere a metà si demoralizzano e poi perchè mi ci vuole un sacco di tempo e la mia pazienza rimane sempre poca! Inoltre i miei capelli, ribelli al punto giusto, non rimangono mai dritti dritti come linee tracciate, ma piuttosto iniziano molto velocemente a trasformarsi in virgole e parentisi graffe allungate.
Invece ieri mi hanno convinto e sono uscita dal negozio con un testolina piiiiccola piiiiccola, e tutta ordinata.
Quasi irriconoscibile, test-ualmente parlando.
Tutti infatti mi hanno scrutato stupiti, quasi fossi una marziana con la pelle blu, piuttosto che una Astralla con mooolti meno capelli in testa!
Infine oggi la parrucchiera mi ha visto passare davanti al negozio ed è spuntata fuori per propormi...una ritoccatina al liscio, così, per farlo tenere di più....manco fosse un ritocchino! :)
Ebbene, per qualche giorno quindi manterrò i miei capelli così, lisci, lunghi, ben pettinati e impeccabili.
Ma sia ben chiaro, ben definito! Io mi sento e sono una IRRIDUCIBILE RICCiA DENTRO! :)
mercoledì, novembre 29, 2006
Numeri primi
Vi siete mai accorti che siamo circondati da numeri?
Immatricolati, segnalati, numerati. In ogni nostro gesto, spostamento, abito, espressione.
Non voglio scrivere un post di pseudo-denuncia sul tema spie e spiati mondiali, perchè credo che la parte seriosa dell’argomento lo potrebbero trattare decisamente meglio di me molti degli amici che mi accompagnano e leggono il mio blog.
Ma me ne sono resa conto improvvisamente oggi, per strada. Stavo osservando la targa della macchina davanti a me, di quelle ancora con le provincie, pensando all’anno di emissione della stessa, e mi è saltato lampante nel cervello il pensiero dei numeri...
Se vago con la macchina telecamere spiano il mio passaggio e i numeri raccontano chi sono, se pago alla cassa del supermercato col bancomat la banca sa quanto spendo di spesa... Con i numeri identifico il valore delle cose. Con i numeri perseguo il tempo. La mia tessera sanitaria racconta il mio paese e il mio medico, il codice fiscale individua il mio sesso e la mia identità.
Tutto attraverso codici, numeri, sigle.
Probabilmente all’ufficio anagrafe i nuovi nati vengono identificati in un registro numerato. Gli infortuni di un’azienda sono elencati. Le statistiche nazionali, tutti noi, siamo numeri nel mucchio.
La targa di una macchina racconta la sua età. Il mio orologio senza numeri non direbbe nulla. Le coordinate di un percorso sono numeri sui due assi.
E pensate a quanto i numeri siano fissi ma relativi.
Racconto con i numeri oggetti e individualità fisiche. Stimo la tara, il peso lordo. Analizzo la salute dai numeri elencati, n. globuli rossi, n. colesterolo, - n. ferro, ecc.
Con i numeri posso scrivere una vita.
Ma se cambio un numero, o ci metto un meno davanti, posso distruggerla, la vita....soprattutto se si parla di conti in banca, di denaro, di sangue.
Mi sono resa conto che oltre a essere controllati, spiati, mirati attraverso numeri, a loro siamo legati a doppio filo.
Nella nostra società una vita senza numeri sarebbe il caos dell’inesistenza numerica.
martedì, novembre 28, 2006
Solleticamento mentale ;)
Allora...sì, dai, quel pizzicorino tanto simpatico quanto fastidioso che chi più chi meno, tutti abbiamo affrontato!
Ci sono persone che quasi ne sono estranee, altre che scattano sull’attenti tutte le volte che le tocchi.
Io sono relativamente poco sensibile al solletico, Orso invece è solleticamente molto reattivo :)
E non immaginate che divertimento per me solleticargli leggermente la pelle e sentirci sommergere dalle risate incontrollate...
Che strana cosa il solletico...A mio parere è quasi tutto un fatto mentale, poichè lo si può controllare ma non contenere...
E inoltre è il modo di sfiorarsi che produce reazioni diverse...un effetto di piacere oppure una sensazione ridereccia e nel contempo un pò fastidiosa...
Infatti quando si parla di solletico diciamo “soffrire di solletico” non “provare una sensazione di solletico”...e se qualcuno ci tormenta, tra le risate la parola più presente è “basta”, non “ancora”...
Cerchiamo di interrompere una cosa che ci fa ridere quindi...Che in qualche modo ci da piacere...Ma nel contempo un pizzicorino di fastidio, un tormento appunto, una blanda tortura...
Mmmmm....
E’ una contraddizione in termini....
E’ un pò come un black out della ragione a favore delle sensazioni
Come una reazione incontrollata del nostro corpo, un contatto diretto con le terminazione nervose, la pelle viva, una ipersensibilizzione dell’ilarità intrinseca di ognuno di noi...
Il solletico è come un gas esilarante, come la polvere magica e luccicosa di Trilly, come un’immersione totale nell Ossigeno puro...
Non ce n’è rimedio alla reazione mentale al solletico....E si inizia fin da bambini con la somministrazione.... :) chi non ha mai solleticato un bimbo o chi da bambino non è stato solleticato...
E il bello è che con l’età la reazione non migliora!
Strana cosa davvero il solletico...!
A mio parere illuminante a piccole dosi....Ma che divertimento solleticare le persone care prendendole di sorpresa! ;) Di certo la peste che c’è in me ci sguazza in queste incursioni solleticose! ;) Ne sanno qualcosa Orso, appunto e Silvia.... :D
Il mio animo da bimba nel solletico ritrova le sue colonne portanti! :D
Una giornata solleticosa a tutti! ;)
lunedì, novembre 27, 2006
Giornata di nuvole
Alla ricerca di una traccia di sè
Nella realtà inespressa degli intimi desideri contenuti nella scatola...
sabato, novembre 25, 2006
Gli ostacoli del cuore
venerdì, novembre 24, 2006
Terzo intermezzo...
mercoledì, novembre 22, 2006
Sorriso
Vi propongo questo. Passate questo messaggio, l'immagine di seguito, di post in post, di blog in blog, di mail in mail. Accompagnatela come volete, con parole, colori oppure senza null'altro che il vostro sorriso.
Ricordate. Uno al giorno, per ognuno di noi, per generare un sorriso nel volto di un altro. Per scacciare la paura.
Grazie. Passate parola.
Astralla, Lara.
Un sorriso.
martedì, novembre 21, 2006
Fantasia
Sono uscita di casa, una casa di montagna, solitaria, di legno e mattoni intonacati di bianco. So che sto aspettando Orso, di ritorno a casa tra poco.
E’ tarda mattinata o primo pomeriggio di un giorno d’autunno, con un cielo azzurro parzialmente offuscato da nuvole perlacee, la pioggia lontana.
L’aria è frizzante, non è freddissimo, ma si sente che l’inverno è alle porte.
Cammino piano, da sola, assorbendo l’aria pulita con ampi respiri. Il terreno ha solo una leggera pendenza, sono al limitare del bosco, oppure vi sono dentro, ma gli alberi, a foglia caduca, hanno tronchi alti, ariosi, che permettono alla luce di filtrare anche d’estate quando sono carichi di foglie.
Indosso scalponcini comodi, un grosso maglione di lana grezza a collo alto, caldo e morbido al tatto e calzoni di feltro scuri. Ho i capelli raccolti e gli occhi che vagano leggeri.
I miei passi affondano leggermente nel terreno ricoperto di muschio, nel morbido e umido terriccio del sottobosco. Il suono dei miei movimenti è silenzioso, ogni tanto si ode il rumore delle foglie pestate nel camminare, ma è tutto soffuso, nella limpida atmosfera della piena natura.
In lontananza quanche uccello lancia un richiamo, a volte un fruscio nel terreno fa girare il mio sguardo ma il mio cuore è rilassato, sereno, pacato.
Sento la tranquillità che mi pervade, la calma vivida della natura che mi avvolge come una carezza. I miei occhi sono vuoti di pensieri, lisci, lo sguardo come acqua.
Sopra di me un tetto di foglie aranciate e attorno i colori dell’autunno, il giallo brunito, il rosso vivo, qualche spuzzo di verde e il caldo marrone dei tronchi e della terra bagnata dalla rugiada del mattino.
Continuo a camminare, inconsapevole del tempo che scorre, facendomi pervadere dal silenzio che fliusce a flutti dentro il mio cervello, mentre le mie spalle lentamente si rilassano e la mia mente si vuota dai problemi.
Rimango solo io. E il bosco. E il silenzio.
Un sorriso leggero inconsapevole mi pervade le labbra.
C’è Pace, nel bosco. E nell’Anima.
D’improvviso alzo gli occhi, sono arrivata al limitare degli alberi e lo vedo, nel suo brillante luccicare.
E’ un lago, abbastanza grande, che d’estate presta le sue rive a giovani rumorosi, che cercano di simulare il mare lontano, con un tuffo nelle sue acque. Ora è semplice, solitario, con la sua corona chiara di spiaggia ghiaiosa.
Il lago è proprio alle pendici delle montagne, che alte e maestose si specchiano e si rimirano in esso.
Le acque sono verdi, verde cupo per la profondità, ma pulite e fredde.
Mi vedo guardare le acque, sentirne finalmente lo sciabordio delle piccole onde. Osservo la mia mano entrare nell’acqua e sento piacevoli brividi di freddo sulla pelle.
Mi siedo su un sasso al limitare della riva, ad ascoltare il silenzio.
Osservo l’orizzonte godendo di ogni singola senzazione che mi pervade...
Torno in me, nel mio ufficio, alla mia scrivania.
Per un attimo sono scappata, fuggita lontano dalle reti informatiche e dalle preoccupazioni, nel mio mondo interiore della pace dell’anima.
Sono entrata nell’universo della mia mente, nell’immensa giostra della mia fantasia.
lunedì, novembre 20, 2006
Perenni e volubili giri di pensieri
Ieri i risultati sono stati fantastici, tutti hanno apprezzato l’impegno culinario da noi ampiamente dimostrato.
Persino il cagnotto di casa, Orso anche lui, è stato più obbidiente del solito vedendoci spentolare a destra e a manca per la cucina.
Ci guardava attento, ogni tanto veniva ad annusare, controllando l’andamento delle attività mangerecce, raccoglieva le bricioline che cadevano qua e là e scodinzolava allegro e felice!
Che adorabile cagnone che è! Vivace all’estremo, sembra quasi il protagonista canino di “Io e Marley” il libro che parla di una forte amicizia uomo-canina e che sta spopolando nelle librerie.
In tutti i casi è bello preparare un bel pranzo agli amici! Chissà che questa non sia la volta che mi convinco a mettermici spontaneamente io ai fornelli! ;)
Stamattina arrivare al lavoro è stato ostico però, pioggia e code sulle strade e un principio di raffreddore, fastidioso come sempre. E soprattutto l’umore non proprio alle stelle nel periodo. Saranno i troppi pensieri... :)!
Fortuna che c’erano le cicogne oggi ad aspettarmi e ogni tanto tra gocce e gocce, grigio e grigio, spunta qualche raggio di sole.
Nei primi freddi mi sento meno in forma, un leone come me ha bisogno del caldo sole giallo per dare il meglio. O forse accuso un pò di tristezza...mah!?
Orso mi scalda con i suoi abbracci e voi con le vostre parole.
E la mia mente vaga tra il tram tram e le perenni corse mentali.
Questa settimana è una settimana come tutte le altre settimane, i tempi invernali si allungano e i mesi seguono i mesi, gli anni continuano gli anni...
Orso cane ha già 9 anni e pare un cucciolo, Orso uomo ed io ci conosciamo da tempo e da tempo portiamo avanti la nostra felicità, i miei anni passano con la mia vita e coninuo a portare avanti i miei sogni raccontati, che si raffinano ogni giorno sempre più precisi e colorati, ma rimangono gli stessi, la gente accanto a me cresce o invecchia, le stagioni finiscono e poi ritornano...
La realtà è un’ellisse, una corsa in tondo, dossi e ricadute perenni che sempre si susseguono, il simbolo dell’infinito, 8, ripetuto all’infinito.
E sarà la luce e la rindanciana solarità, la pioggia con le sue umide carezze, i periodi bui e le giornate magiche, i sorrisi e la rassegnazione.
Oggi è una giornata come le altre, il solito tram tram in una settimana comune. E ogni giorno è diverso, ogni giorno fa parte del continuo scorrere e ricorrere del tempo della vita.
Oggi giorno è un infinito a se stante, ogni giorno racconta la nostra perenne umanità.
Oggi piove. Domani splenderà il sole. :)
sabato, novembre 18, 2006
Week end
venerdì, novembre 17, 2006
Trasferte con varianti impreviste...
Mi ero preparata ben bene le cose da fare, immaginando già una triste serata solitaria in albergo (tra parentisi posizionato davanti alla stazione, proprio un posto sicurissimo per una donnina come me :( ) con la sola parentisi della ricerca disperata di un posto in cui cenare senza l’utilizzo della macchina per gli spostamenti, in una città dove i parcheggi a pagamento e le multe sono all’ordine del giorno!
Inoltre mi era stato detto da colleghi che Ancona non è ricca di cose belle da vedere...Indi la mia predisposizione agli spostamenti serali si era ridotta a zero!
Arrivo mercoledì in mattinata, faccio tutto quello che devo fare e nel frattempo conosco la Presidente Regionale in persona! Ebbene, diciamolo, spesso più si sale nella scala gerarchica meno filantropia si trova...
Ma questa volta....niente di più sbagliato!
Questo spostamento di regione mi ha portato a conoscere una persona fantastica, una donna che si è fatta da se, con moltissimo carattere ma altrettanta umanità. Come è già successo in altri luoghi, non spesso, ma sono doni...
Alla fine della prima giornata, in procinto di avviarmi verso l’albergo, mi ha proposto di andare a mangiare a casa sua, con suo marito.
Cosa non usuale, anche perchè esula dal lavoro e permette di penetrare la sfera del privato.
Lì per lì ho gentilmente rifiutato, con diverse scuse, anche perchè, cavoli!, dopo una giornata faticosa non c’è nulla di meno adatto che andare a mangiare da un cliente che potrebbe continuare a parlare di lavoro fino a tarda sera! :]
Ma, vista l’insistenza e il modo di proporre la cosa, molto umano, alla fine ho accettato!
Ed è stata davvero una bella serata!
Siamo state lei donna arrivata, quasi 60 anni sulle spalle e tanta esperienza ed io, 30 anni in meno, ancora in crescita continua su tutti i fronti, a chiacchierare, dei suoi figli, già fuori casa, della vita e del lavoro (ma in modo personalizzato :)), davanti ad un caldo camino acceso.
Mi ha fatto entrare nella sua casa come se fossi di famiglia e quando è arrivato suo marito, persona fantastica pure lui, la sensazione di accoglienza è continuata.
Credo che mi abbiano preso un pò sotto la loro ala chioccia, avendo frattanto anche una figlia della mia età, ma già con una casa propria.
Credo che abbiano provato simpatia e abbiamo voluto condividere con me qualche momento di tranquillità famigliare.
Alla fine del pasto, infine, mi hanno proposto un tour by night per Ancona, per mostrarmi una città che loro amano e che nasconde effettivamente dei tesori. Abbiamo visto monumenti, trade, viottoli e belvedere.
Probabilmente se i colleghi avessero avuto la mia fortuna, di incontrare persone ancora umane, nella società distaccata di oggi, penserebbero al capoluogo delle Marche come ad un posto molto diverso da quello dei loro ricordi.
O forse dipende dal fatto che la gentilezza, l’amore per i loro luoghi, l’affinità che dimostravano mi ha lasciato colori che normalmente non appaiono in superficie.
Il posto più bello? La chiesa sul cucuzzolo del monte, con un panorama notturno notevole, un insieme di storia e semplicità che la rende ancor più bella, dove si sposerà la loro figlia, nel prossimo giugno.
Sono stati davvero carini, entrambi, mi hanno mostrato davvero chi sono. E vi pare facile, una cosa di questo tipo, con i tempi che corrono? :D
La seconda giornata è passata in fretta, il lavoro urgeva e quando ho salutato quella donna da poco conosciuta l’ho fatto con affetto, come con una persona amica, e con la promessa di tornare con Orso a trovarli, extra lavoro.
Oggi, appena ho avuto un attimo di respiro, ho scritto questo post.
Per raccontare di varianti del tempo non previste ma belle. Perchè credo che se, di queste serate, tutti ne possedessero almeno una nei lori ricordi, il mondo sarebbe più bello, più caldo, più vivo. Come la fiamma del camino dell’altra sera, come la sensazione di calore che mi è rimasta al pensiero.
Perchè di certo dobbiamo assolutamente evitare il più possibile di raffreddarci dentro, persi dentro la nostra individualità. Che è nulla se non viene donata.
Perchè probabilmente mostrare la propria anima senza paura rende ricchi di più che il trovare la fine dell’arcobaleno....
Abbraccioni, amici :D!
martedì, novembre 14, 2006
IL NOME
Quando uno nasce gli viene “assegnato” un nome, che si porterà dietro per tutta la vita. Gli indiani sceglievano termini naturali, come Cavallo Veloce, Vento Frusciante, Orso Nero, altri hanno nomi di Continenti, Stati o parti di essi, America, Brooklen, Asia, altri nomi aggettivi, come Nerina, Chiara e Serena, altri ancora semplicemente nomi...nomi ridotti, nomi cambiati, nomi strani, nomi. I nostri Nomi, la nostra identità sociale.
Come potremmo fare, senza un nome? Perderemmo la nostra identità, la nostra integrità esteriore...
Anche per questo abbiamo un nome, per identificarci come individui... Per questo la prima cosa in una conoscenza è raccontarsi il proprio nome...
Il nostro nome è un pò come il fermo che tiene ancorata la nostra ombra a noi, in modo da trattenerla.
Il proprio nome si può amare, oppure no, ma ci siamo sempre noi, nei nostri nomi...
Io nel nome ci vedo i colori...Per esempio LARA, nella mia immaginazione è un nome GIALLO color girasole. FULVIO è un nome BRUNITO/ARANCIATO, color delle foglie d’autunno. SILVIA è un nome AZZURRINO, ma non turchese, nè azzurro cielo...Mi dà la parvenza degli azzurrati riflessi del GHIACCIO. Poi c’è CHIARA, sempre AZZURRO, ma più ACQUAMARINA. GIORGIO è un nome di terra, lo vedo VERDE del colore di boschi d’estate. ELISA è un nome pastello, ROSA bon bon, oppure FUCSIA, color delle boungavillee...e poi tanti altri....La mia mamma si chiama ORNELLA, color AMBROSIA, il mio papà LUCIANO, CASTANO con riflessi di Grano... E così via, per tutti i colori dei nomi...
Il colore viene dalla conoscenza, dall’aura che il nome risuona nel mio animo e a volte anche dalla persona che lo indossa.
Ci sono nomi vecchi, tra i più utilizzati, che anche non volendo risultano solenni.
Ci sono nomi strani, esotici, che si colorano di oriente.
Ci sono nomi da adulti e noi da bambini.
Ce ne sono così tanti di nomi! ;)
Pensate sceglierlo, il nome, per i figli... Si guardano i significati, si pensa, si riflette, si spera. Deve essere un nome bello, per non fare sfigurare, senza doppi sensi, per non fare soffrire nel tempo, semplice o complesso, per dare un tono, che significhi qualcosa, che ci passi belle sensazioni.
E’ il primo regalo che facciamo ai nostri figli. Lo sanno bene Beppone e la sua mogliettina. Lo sanno i nostri genitori, lo sa chi di noi l’ha scelto, un nome.
E’ un dono il nostro nome. E’ un regalo delle persone che ci vogliono bene e che l’hanno scelto apposta per noi. E’ il nostro colore identificativo, davanti agli altri. Possiamo essere chiamati... :)
E i significati dei nomi? Sono divertenti...Non sempre ci azzeccano sulla persona, sono spesso diversi, da libro a libro, da sito a sito, ma di sicuro sono curiosi...Sapete da dove deriva Lara? Da questo... ;) <<Dal greco "Lara", una ninfa. Donna curiosa e dolce, presenta un carattere spesso contraddittorio che si traduce in frequenti sbalzi d'umore.>> Tra parentisi...le tagliarono la lingua perchè parlava troppo ;)!
Ditemi...Ovviamente non ci prende molto...;)...ma l’ipotesi della caratterizzazione del nome è quanto meno caratteristica!
E il vostro nome? Lo sapete che significa, da dove deriva? E che colore ha, nella vostra immaginazione? :)
lunedì, novembre 13, 2006
Nebbia e sonno
domenica, novembre 12, 2006
"Un uomo" di Finardi...
sabato, novembre 11, 2006
venerdì, novembre 10, 2006
Lavori da uomini duri....
Ecco, io devo aver sbagliato qualcosa nella vita ;), o per lo meno inconsciamente me la sono costruita decisamente più difficile di quello che è! :D
Spiego, professionalmente parlando. Ho sempre avuto più a che fare con uomini che con donne nell’ambiente di lavoro. E vuoi per le mie scelte, o ancora per le occasioni che mi sono capitate nel corso della vita ma, in tutti i casi, parte dei lavori che svolti erano e sono più consoni per l’immaginario collettivo a uomini che a tenere donnine come me... ;)
Sarà perchè ho una formazione tecnica, da ITIS, quasi interamente patria di orde di ragazzini maschi urlanti, o forse perchè il primo lavoro effettivo è stato quello di capiturno di un reparto meccanico, con la responsabilità di una ventina di uomini...manco una donna mi è capitata... :), vuoi perchè di seguito mi sono lanciata in una o poi un’altra società di consulenza per la sicurezza e soprattutto l’igiene sul lavoro, alla fine mi sono trovata a dover arrampicarmi come gli spazzacamini...e da qui il discorso della ragazza al telefono...su camini (che fatica!) per la valutazione della qualità dell’aria, a girare sui tetti per la verifica dell’amianto (divertente, dai!), a entrare in gallerie profonde km sotto terra (interessantissimo!) per scoprire cosa respirano i minatori (gran persone, quali sono), ecc. ecc. ecc...
Nel corso del tempo il lavoro mi ha portato a lavorare anche per uffici oltre che cantieri e reparti produttivi, ma ancora capita di salire su escavatori e terne cingolate, di vedere il mondo dall’alto, di bardarmi con tuta bianca (come quella dei RIS, per intenderci) per proteggere i vestiti dallo sporco...
Come si diceva in Blade Runner (gran film!) ;) “ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...”, compleanni festeggiati umilmente sotto 50 metri di terra, benedizioni notturne in grotta, il ricoprirsi d’ottone sul ferro nudo, lande sterminate davanti agli occhi dall’alto di 30 metri di altezza, magazzini polverosi di zucchero concentrato che permeava persino le pareti, processi produttivi di difficile condivisione, l’incoscenza della gente e la volontà dei più modesti...
Credo di aver ricevuto, nei miei 27 anni, regali fantastici dal mondo, meraviglie, avendo potuto conoscere aspetti del mondo, della gente e del lavoro che tanti, tantissimi, ignorano da sempre e per sempre.
Sono felice, davvero, della mia vita e delle mie scelte. :D
Peccato però che se ti vuoi fare una famiglia, o sei stanca di errare a 400 km di distanza per lavoro, oppure semplicemente vuoi avere un’attività un pò più sicura oppure meno maschile, con le tue competenze, sempre...le aziende cercano un uomo! :)
Che dire...E poi mi chiedo perchè sono rustica...Direi che gli elementi ce li avete tutti per capire il perchè! ;)
Mah...vorrà dire che prima del prossimo colloquio comprerò un paio di baffi finti e renderò la voce un pò più roca...che ne pensate, potrebbe servire? ;)
giovedì, novembre 09, 2006
Il mare della vita
Possiamo scegliere di afferrare saldamente il timone e seguire la rotta lungo la stella polare oppure lasciarci trasportare dalle correnti impetuose che plasmano le acque e perderci per sempre.
Io amo mirare alla luna e seguire la luce del faro nel porto.
Detesto l’idea che persone con un peso così importante nella mia vita abbiano scelto di staccare la mano dal comando e si stiano lasciando andare, impermeabili alla sua fluidità, tra i flutti della vita.
mercoledì, novembre 08, 2006
Sentinelle dall'alto
Tutte le mattine arrivo a Faenza dalla via Emilia. All’ingresso della città, dove si sceglie se percorrere la circonvallazione esterna verso Forlì oppure entrare nel borgo hanno costruito una rotonda. Carina come rotonda, sembra un ufo, quasi spoglia, inanellata, con al centro, in alto, un unico, contortissimo ulivo secolare.
E attorno un circolo di lampioni che poi si distribuiscono lungo le varie vie di passaggio.
Molte mattine quei lampioni sono occupati. Occupati dalle cicogne, che dall’alto, appollaiate su di una sola zampa, scrutano il passaggio. Come sentinelle. Ne ho contate fino a 20 un giorno, una per lampione, tutte lì, ferme, a guardare in basso.
E a terra ci siamo noi, gli umani e le nostre opere...
Paiono assomigliare a vecchi, che seduti davanti alla porta di casa, osservano il viavai della gente che passa.
Paiono incuriosite. E’ una cosa bella a vedersi. Vorrei potervele mostrare in foto, ma, sempre sola in macchina, rischierei di andare a fare compagnia all’ulivo, nel mentre provo a catturare la magia del momento.
Oggi mi sono chiesta cosa pensino le cicogne, a vederci, tutti indaffarati, rumorosi, schiamazzanti, crudeli, incomprensibili, noi uomini.
E cosa pensino di noi gli altri esseri della Terra, quando ci incontrano e si scontrano con le nostre “creazioni”. Noi che crediamo di avere una risposta a tutto, che ci illudiamo di poter gestire il mondo, di controllare la natura e tutto il creato. Noi che distruggiamo, ammazziamo, disintegriamo ciò che viene il contatto con le nostre società. Noi, “umani”.
Cosa pensano le cicogne dall’alto dei loro lampioni?
martedì, novembre 07, 2006
Parliamone...2° parte
In autunno si possono colorare i cieli con tramonti come questo...
Direttamente dalla finestra del mio ufficio, 5 minuti fa...
Parliamone...
Monet poi è sempre magnifico...
lunedì, novembre 06, 2006
Sagre e tempi combattuti!
Il lavoro innanzi tutto.
Ho deciso di cercare qualcosa di diverso e di più certo nella vita, per garantirmi quella sicurezza che da anni ho scelto di lasciare in attesa.
Ho inviato curriculum a raffica, anche dove non richiesti, ad aziende e ad agenzie. Poi mesi senza nessuna risposta...Interessante, un curriculum pieno di competenze, ma in un settore certamente diverso dall’ordinario, e in più donna. Insomma un dilemma, un enigma, una catastrofe...
Nel frattempo la mia migliore amica manda un curriculum ad una azienda, così per provare e puff....ecco l’assunzione. Che gioia per lei che ha finalmente trovato un lavoro dove potrà respirare, staccare il cervello lontano dalla scrivania, dopo anni di sfacchinaggio perenne e quasi gratuito.
Ma io sempre qui, sempre in attesa, con paure vecchie e ora anche nuove come compagne e nel frattempo il lavoro attuale che aumenta, come tutti gli anni in novembre, e mi costringe a un’attenzione costante che, furbetta, non si fa scovare!
Infine negli ultimi giorni qualcosa è arrivato, di buono, perfetto per me, ma chissà come andrà a finire, il tempo non passa mai quando si è in attesa e la risposta al dilemma è lì, dietro l’angolo, ma non ancora arrivata! Mentre il curriculum continua a navigare, oramai è un marinaio provetto e la mia tranquillità invece scompare piano piano...E te pareva! Uff...! :(
Chissà a questo punto se l'argomento lo tratteremo nuovamente in un post in modo lieto oppure è solo una bolla di sapone che rispecchia una finta realtà....Indi ”diamo tempo al tempo”, una frase esatta, corretta ed essenziale, ma che per la curiosa cronica che c’è in me si trasforma in un grido ”pazienta, pazienta, ahhhh...io odio dover pazientare!” ;)
Segue poi però che a mal pensare le cose diventano ancor peggio, quindi il mio cervellino che non conosce la parola stand-by arzigogola anche sul tema del tempo, il tempo dei week end!
Mi avete detto che vi piacciono le fiere, le feste, le sagre! Appunto, anche a me, tanto, soprattutto in questo periodo dove le temperature miti lasciano spazio alla nebbia e alla brina e serve allegria per non lasciarsi scoraggiare dalle mattinate uggiose.
Peccato che nel mese di novembre ce ne siano troppe e tutte fantastiche! Il week end è fatto da soli 2 giorni, come organizzarsi? Eccovi il calendario delle sagre di novembre in Emilia e in Romagna! Ditemi, voi, come faccio in questo caso a dargli tempo, al TEMPO!? ;)
Un abbraccio pensante da una mente ingarbugliata! ;)
sabato, novembre 04, 2006
Sull'anima
<<...Perchè felicità la può provare solo l'anima, non il cervello, la
pancia, la testa o il portafoglio. ....Che ti giova conquistare il mondo intero se arrechi danno alla tua anima?...>>
Un augurio di un buon week end a tutti voi, anima compresa! ;)
venerdì, novembre 03, 2006
IO mangio MACROBIOTICO...ogni tanto!
E’ un ristorantino piccolino piccolino, gestito dalle due proprietarie, davvero carine e gentili, con buffet a mezzogiorno per chi lavora a prezzi accettabili. Si chiama “Babette”.
La musica è soffusa, particolare e gli avventori mangiano in maniera posata. Si vede che gustano gli aromi semplici ma non comuni.
Ho diverse certezze nella vita ;) e una di queste è certamente che sono una carnivora convinta o per lo meno non diventerò mai una vegetariana, vegana, crudista, fruttariana o che altro.
Sono nata onnivora e morirò onnivora. Come è giusto che sia, a mio parere.
E diciamolo...se anche il mio parere fosse diverso, sono troppo golosa di cose buone, per togliermi di bocca qualche elemento fondamentale...vogliamo mettere...una bella fiorentina, le tagliatelle alla bolognese, il castrato, i cappelletti con ripieno di carne...E poi, ‘somma, in Romagna COME SI FA A NON SENTIRSI ONNIVORI!!!
Vero è, però, che tornare ogni tanto da Babette è piacevole. Si gustano cous-cous, tofu, setan, verdurine condite in tanti modi, pane e pizza senza glutine, te ai cereali, riso e dolcetti senza zucchero. Insomma...per un sano onnivoro nulla di particolarmente invitante.
Eppure la cosa straordinaria è che i cibi sono leggeri...piuttosto ovvio...ma saporiti...meno ovvio...e decisamente gustosi! Inoltre mischiano sapori diversi ottenendo risultati sorprendentemente sfiziosi!
In conclusione insomma posso dire che anche una ONNIVORA DOC come me a volte e con soddisfazione, mangia MACROBIOTICO! :D
giovedì, novembre 02, 2006
Halloween - parte seconda...
Prima una parete, dal nulla creata, come per magia già presto illuminata...
E poi il fuoco, un rogo caldo e forte, per bruciare presto del male le forme...
Spero che questa, una delle tante, festa paesana dell'autunno inoltrato vi sia piaciuta e vi abbia rallegrato...!